Il piazzale della Corporazioni ad Ostia Antica è certamente uno dei gioielli più preziosi del sito archeologico. È un complesso sistema di mosaici, alcuni molto ben conservati, che si sviluppano lungo uno spazio rettangolare che misura circa 107 metri per 78. L’opera, unica nel suo genere, fu iniziata in età augustea e rivista sotto il principato di Claudio e Domiziano, fasi queste in cui i livelli furono rialzati e sui lati furono aggiunti portici.
Ma al di là delle complicate vicende costruttive, ciò che rende il luogo così unico è il fatto che la decorazione musiva rappresenti un incredibile testo figurativo che ci racconta del commercio marittimo in età imperiale. I mosaici, realizzati probabilmente in età adrianea, forniscono una serie importantissima di informazioni su rotte, tipologie di navi da carico impiegate, merci, figure professionali coinvolte nei commerci. Nel piazzale è rappresentata anche una scena di trasbordo, ossia il trasferimento dei carichi dalle grandi navi cargo alle naves caudicariae , specializzate nei trasporti su fiume.

Ma procediamo con ordine. Il piazzale vanta ben 61 settori sanciti da colonne, in cui le meravigliose composizioni pavimentali, composte in tessere bianche e nere, raccontano, come antiche insegne, delle attività svolte. Questi settori, più seriamente stationes, fanno riferimento alle attività di mercanti e proprietari di navi, ma la loro vera funzione è ancora un po’ incerta.
Se per tanto tempo gli archeologi hanno pensato che si trattasse di una sorta di foro commerciale, con uffici ed agenzie, ora la tendenza è un po’ diversa. E ciò in virtù del legame con l’edifico per spettacoli alle sue spalle. Il fatto è che il piazzale costituiva insieme al teatro un unico complesso, cioè funzionava da porticus post scaenam: offriva agli spettatori un riparo sicuro dalla pioggia in caso di cattivo tempo, o una piacevole passeggiata negli intervalli delle rappresentazioni.
Non è da escludere allora che la serie di mosaici fosse solo un’astuta campagna pubblicitaria a favore di quegli sponsor, mercanti ed armatori, che avessero finanziato in qualche modo le attività teatrali. Certo, si tratta di ipotesi, in entrambi casi. Indipendentemente da ciò, però, resta il fatto che passeggiare lungo questa straordinaria piazza è un po’ come ripercorrere le rotte dell’antichità.
Da un lato gli elementi rappresentati ci offrono un repertorio di “simboli” che per i Romani dovevano essere facilmente riconoscibili: anfore, recipienti per il grano (il modium) pesci e perfino fiere selvagge da impiegare nelle venationes; e poi naturalmente i mosaici offrono un incredibile catalogo di navi commerciali, diverse nella foggia e negli allestimenti. Dall’altro lato, la serie di iscrizioni musive ricompone per noi un puntuale atlante storico dei commerci dell’epoca. Così che spesso possiamo ricondurre uno spazio ad un bene ed il prodotto stesso alla sua provenienza. Alcuni esempi sono interessantissimi. Una rappresentazione di elefante è accompagnata dall’iscrizione Statio Sabratensium, e ci racconta del trasporto di animali dal Nord Africa, in particolare da Sabratha in Libia; l’iscrizione navicularii et negotiantes karalitani corredata di due bei moggi, ricorda come la Sardegna dell’epoca fosse coinvolta nel commercio del grano.

E poi scorrendo gli altri nomi si trova citata la Narbonensis (Gallia) esportatrice di vino e la Tunisia , attraverso la città di Syllectum, grande produttrice di olio, Karthago ed M. C. , probabilmente la Mauretania Cesariensis, esportatrice di garum, salsa di pesce di gran successo.
E se vogliamo ricostruire un quadro ancora più completo che vada oltre merci e luoghi e comprenda anche le figure professionali coinvolte, i mosaici costituiscono ancora una volta una fonte di informazioni preziosissime.
Troverete spesso menzionati i navicularii, cioè gli armatori proprietari delle navi e loro appaltatori; non mancano i negontiantes, cioè gli addetti al commercio vero e proprio. Da citare sono pure i codicarii , addetti ai battelli su fiume, nel piazzale ed uno spazio è dedicato anche agli stuppatores, addetti al commercio delle cime.
Insomma se volete farvi un’idea sulle frenetiche attività portuali nel mondo antico , il piazzale delle corporazioni ad Ostia è da non perdere.
Post by Sara P.