le Terme nell’antica Roma

26 Ott 2020 | Vita quotidiana

Le Terme per i Romani rappresentavano il luogo di svago per eccellenza e per il quale svilupparono una vera e propria passione. Esse conciliavano il sapere intellettuale alla cultura fisica, garantendo spazi adeguati per ogni necessità. Tradussero, cioè, in termini architettonici uno dei motti più famosi della nostra storia, mens sana in corpore sano, e riassunsero superbamente le incredibili competenze di una civiltà straordinaria,  la civiltà romana.

A distanza di 2000 anni i resti di questi imponenti edifici esercitano ancora su di noi il loro fascino, regalandoci sensazioni di stupore ed ammirazione.  La bellezza  di queste costruzioni, la perfezione da un punto di vista  architettonico, le fanno rientrare certamente nel novero degli edifici più interessanti dell’antichità. Per non parlare del livello tecnologico raggiunto, una premessa imprescindibile  per il loro sofisticato funzionamento. 

L’esperienza

A differenza dei moderni centri termali destinati prettamente alla cura del corpo, le terme romane offrivano alla popolazione una vasta gamma di servizi, e numerose opportunità di svago, rese ancora più appetibili dal momento che l’ingresso era gratuito o avveniva dietro pagamento di una somma modesta.

Oggigiorno non esistono edifici che siano in grado di riassumere tutte le funzioni delle terme romane. Le terme possono considerarsi sia alla stregua dei nostri “centri benessere”, sia dei luoghi di aggregazione ed intrattenimento. Soprattutto nei grandi centri, come Roma, dove sorgevano i grandi  impianti termali pubblici era infatti possibile incontrare persone di ogni estrazione sociale, discutere e aggiornarsi sulle ultime notizie. Si poteva inoltre passeggiare all’interno di vasti parchi adibiti a giardini, consultare biblioteche assistere a rappresentazioni teatrali e letture di poesia. Ma i servizi che riscuotevano il successo maggiore, le attività a cui nessuno poteva rinunciare, erano quelle legate al benessere fisico; ed  il bagno era la prima fra tutte. Per gli avventori delle terme era previsto un vero e proprio percorso della salute, che garantiva di fruire al meglio dei benefici dei trattamenti. Le fonti, da Plinio, attraverso Marziale, e fino a  Petronio, ce ne forniscono una descrizione dettagliata.

Una volta entrati nelle terme, la prima sala che si incontrava era l’apodyterium, lo spogliatoio, dove si lasciavano gli abiti negli appositi armadietti ricavati entro nicchie nei muri o in strutture lignee.

Si entrava poi nella palestra per compiere gli esercizi ginnici, oppure intrattenersi in giochi di varia natura. Si giocava a Trigon, una sorta di schiaccia 7 in tre, come quello descritto da Petronio nel Satyricon. Si praticava una sorta di pallavolo con la mano posta a racchetta, per ribattere la palla dell’avversario. Si praticava poi un gioco più faticoso, come l’Harpastum, qualcosa di simile al moderno rugby in cui ci si contendeva la palla tra spinte e placcaggi.

Oltre ai giochi con la palla si praticavano allenamenti con pesi, manubri e bilancieri, o ci si esercitava con la spada contro un palo, o prendendo a pugni una grossa palla di sabbia simile ai moderni punching-ball.

Queste attività avevano lo scopo di riscaldare il corpo e attivare la sudorazione, per meglio prepararlo alla sauna, allestita nell’ambiente detto Laconicum, lo spazio subito successivo alla palestra.

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Si entrava poi nel calidarium per il bagno caldo. Si immergeva il corpo per pochi minuti  all’interno delle vasche poste intorno alla sala dove l’acqua poteva raggiungere anche i 60°.  E dal Calidarium si procedeva quindi nel tepidarium, sala di passaggio generalmente più piccola delle altre, dove si poteva stemperare il calore estremo avvertito nelle due sale precedenti,  prima di fare l’ingresso nel frigidarium, l’ambiente con l’acqua fredda. Questa sala risultava essere la più maestosa e splendida dell’impianto termale. E le vasche con acqua fredda (alla temperatura di sorgente), in cui ci si poteva  immergere per riattivare la circolazione e tonificare il corpo, costituivano  l’ultima tappa essenziale di questo “percorso della salute”. Era possibile, tuttavia,  fare una sosta piacevole nelle sale massaggi, per essere cosparsi di oli profumati ed unguenti, prima di recuperare le proprie vesti, ed abbandonare l’edificio.

Alcuni  impianti, ma solo i più grandi, erano dotati anche di una piscina natatoria, la natatio, che poteva raggiungere le dimensioni delle moderne piscine olimpioniche.

La tecnologia…

Alla base del successo  e della diffusione di questo modello di edificio in tutto il mondo romano, c’è certamente una delle più brillanti invenzioni dell’epoca: l’ipocausto. Questo consisteva in un sofisticato ed efficientissimo sistema di riscaldamento, che assicurava le alte temperature degli ambienti caldi e la diffusione del calore in maniera omogenea,  per tutta la durata della permanenza dei bagnanti. Il piano pavimentale degli ambienti riscaldati era normalmente sopraelevato ed al disotto di esso si sviluppava un complesso sistema di spazi vuoti. Questi erano delimitati dalle suspensurae, piccoli muretti che sostenevano pure il pavimento, e formavano un enorme vespaio che garantiva la circolazione di aria calda.

Questa era  prodotta da forni, praefurnia, disposti lungo le gallerie di servizio che seguivano il profilo dell’ipocausto.  Da sotto il pavimento l’aria, seguendo il naturale movimento verso l’alto, si incanalava anche all’interno di un’intercapedine che la diffondeva in modo capillare. Questa operazione era possibile grazie alla presenza,  lungo le pareti, di mattoni forati chiamati tubuli, o di tegole munite di distanziatori, chiamate tegule hamate…. In questo modo l’intero ambiente si riscaldava in maniera uniforme con un consumo minimo di combustibile.

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Cicerone racconta che l’inventore dell’ipocausto fu Sergio Orata, che possedeva una villa nell’area dei Campi flegrei, famosa allora per le sorgenti termali. Qui trovò l’ispirazione per ricreare artificialmente il processo naturale alla base del termalismo.

Ancora una volta i nostri antenati hanno dato prova di estrema modernità anticipando i tempi con l’invenzione del riscaldamento a pavimento…..

Questo sistema con il tempo sempre più perfezionato permise la diffusione sempre più capillare dei bagni ed in età imperiale la costruzione di impianti pubblici sempre più grandiosi. Basti pensare che all’epoca di Augusto, quando Agrippa fece costruire il primo grande impianto pubblico, se ne contavano appena 170 sistemi privati, e nel giro di pochi anni il numero crebbe notevolmente raggiungendo nel IV sec., all’epoca di Costantino, la cifra incredibile di circa mille impianti tra pubblici e balnea privati.

Anche per quanto riguarda le dimensioni , col passare del tempo,  le terme raggiungono numeri impressionanti:  i servizi si moltiplicano  e si perfezionano percorsi ed attività. La dotazione standard  si arricchisce di nuovi spazi fino ad arrivare a costruzioni incredibili, come le terme di Caracalla, che potevano servire 3000 persone al giorno, e quelle di Diocleziano (con una capacità di accoglienza stimata ancora maggiore).

Insomma, nei secoli, le terme si evolveranno  verso forme sempre più razionali e funzionali e grazie alla munificenza imperiale, raggiungeranno uno sfarzo ed un decoro secondo solo a quello delle residenze imperiali.

Post by Sara P.